Andrea Fadini, dopo quattro anni, lascia Napoli. E subito tornano più forti le voci di un possibile rilancio di Verona come piazza del basket, attraverso l’acquisizione dei diritti sportivi da una delle società di A2 in non splendide condizioni economiche. Si sarebbe lavorato a lungo per reperire gli sponsor, vi sarebbe stato di sicuro l’apporto di un istituto di credito, insomma si sarebbero preparate le basi per ridare a Verona quello che a tanti sportivi manca, dopo tre anni di assenza: il grande basket. A tentare il tutto, sarebbe, come dice la storia del basket veronese, la famiglia Vicenzi. Ma il progetto si sarebbe arenato.
Andrea Fadini, proprio ieri, ha tenuto la conferenza stampa di commiato da Napoli. «E’ stata - riferisce - un’esperienza incredibile, in tutti i sensi, molto positiva per quanto riguarda, soprattutto, i risultati. Siamo sempre arrivati tra le prime otto, fatto una promozione immediata dalla A2, giocato final eight e final four di Coppa Italia e, sempre, i play off. Quest’anno è stato un po’ inferiore ai tre precedenti, ma positivo. Vado via perchè, adesso come adesso, più di così non è possibile fare. L’ulteriore crescita è legata a strutture importanti ed è difficile ci siano. La piazza è molto esigente ed è difficile ripetersi, stare al vertice e, soprattutto, fare il passo successivo. Per questo, ho deciso di fermarmi in bellezza».
E adesso? Fadini si dice «interessato a progetti di un certo tipo». Può esserci a Verona? «Secondo me - risponde - nel panorama italiano, economico, industriale e sportivo, a Verona ci potrebbero essere i presupposti per riportare in auge la pallacanestro, anche ai massimi livelli. Ma per fare così, ci vuole un progetto molto accurato, molto serio, che ha bisogno di almeno sei mesi di gestazione e, quindi, oggi come oggi, non vedo chanche per la prossima stagione e il futuro. Però, è vero che Verona abbia tutte le potenzialità per poter ripetere quanto fatto e, forse, fare anche meglio».
Andrea Fadini ricorda: «Come sempre è successo nella storia, questo futuro scenario veronese dipende molto dalla volontà e dalla grinta di Giuseppe Vicenzi o da un suo lancio. La famiglia Vicenzi ha sempre una grande credibilità e grande peso nella pallacanestro italiana».
Trentatrè anni fa, in questi giorni (23-24 maggio 1972), Giuseppe e Mario Vicenzi si innamorarono del basket seguendo il torneo voluto da Mario Natucci (con la collaborazione di Bentegodi, Us Arena e Veterani Veronesi) in Arena. Cominciò allora la scalata al grande basket. Chissà che, da loro, non riparta.
Renzo Puliero
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