Kircher, Athanasius

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-Kiya-
00martedì 18 aprile 2006 17:28



Geisa, Germania 1602 - Roma 1680)
Fu un gesuita tedesco ed un erudito universale del XVII secolo.

Nel 1618, all'età di 17 anni, entra come novizio nel Collegio Gesuita di Fulda. A Würzburg diventa professore di filosofia, matematica e lingue orientali.

La sua carriera, però, riceve un arresto nel 1631, quando gli eventi della Guerra dei trent'anni lo costringono a cercare rifugio ad Avignone.

Nel 1635 si reca a Roma, perché il Papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) gli assegna un posto di insegnante di scienze matematiche al Collegio Romano, ma dopo otto anni si dimette dall'incarico per dedicarsi ad una sua grande passione: lo studio dell'antichità.

Nel 1651 fondò presso il Collegio Romano il Museo Kircheriano.

Kircher pubblicò un gran numero di monografie elaborate su una grande gamma di temi tra cui: Egittologia, Geologia, Medicina, Matematica e Musica.

[Modificato da -Kiya- 18/04/2006 17.32]

-Kiya-
00martedì 18 aprile 2006 17:30
La traduzione dei geroglifici egizi
Verso la fine del 1615, Petrus à Valle, cavaliere e patrizio romano, durante un viaggio in Egitto trova nella città de Il Cairo un antico vocabolario copto-arabo. Questo vocabolario, secondo le sue parole, era «nascosto tra uomini le cui menti ignoranti erano incapaci di apprezzarlo»*: così lo riporta a Roma, dove è sicuro sarà un valido aiuto per riscoprire la lingua degli antichi egizi.

A Roma, Nicolaus Fabricius, senatore reale di Aquisgrana, vuole tradurlo in latino: per farlo contatta proprio Kircher, suo buon amico. Malgrado la ritrosia iniziale, non sentendosi all'altezza dell'operazione, alla fine egli accetta. Quando poi la notizia della traduzione arriva alle orecchie del Papa, Kircher è richiamato a Roma per eseguire lì l'operazione.

Nell'arco di due anni la traduzione è pronta, ma viene rimandata la pubblicazione a causa di un viaggio intrapreso da Kircher in Sicilia e Malta. A causa anche della mancanza di attrezzatura per stampare i caratteri geroglifici, la traduzione rimarrà inedita per alcuni anni, tanto da spingere l'autore a rinunciare a pubblicarla.

La situazione si sblocca solo con l'intervento del Sacro Romano Imperatore, che stanzia personalmente i fondi per stampare i caratteri orientali e per coprire le spese totali dell'operazione. Kircher è estasiato da questo aiuto inaspettato, tanto da elogiare più volte, nell'introduzione della sua opera, «questo ferreo imperatore che non era tanto sopraffatto dalla barbarie della guerra e da ondate su ondate di invasioni da dedicarsi interamente a Marte dimenticando Pallade Atena»**.

L'opera vede la luce in tre parti: la grammatica, il vocabolario ed un elenco di parole in ordine alfabetico. Kircher si avvale dell'aiuto di Abraham Ecchell, studioso di lingue orientali.

Malgrado l'autore si auguri nell'introduzione di essersi «acquistato da una posterità riconoscente qualche ringraziamento quando a tempo debito avrà tratto tutti i frutti del nostro lavoro», la "posterità" ricorda Kircher solo come aneddoto storico. La sua traduzione dei geroglifici egizi, infatti, è universalmente riconosciuta come errata in ogni sua parte: si dovrà attendere il 1822 per una traduzione definitiva dei geroglifici ad opera di Jean-François Champollion.

Nel 1644 Kircher inizia la collaborazione con Gianlorenzo Bernini per la progettazione della Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona in Roma, in qualità di esperto di geroglifici in generale e in particolare dell'obelisco intorno al quale sarebbe sorta la fontana (Obelisco Pamhpilio), cui Kircher avrebbe dedicato un'opera (Obeliscus Pamphilius, 1650).

* - Citazione tratta dalla dedica apposta da Petrus à Valle sul vocabolario stesso. Raccolta in I detective dell'archeologia (1965), a cura di C.W. Ceram (traduzione di Luciana Bonaca).
* * - Citazione tratta dalla introduzione alla sua traduzione. Raccolta in I detective dell'archeologia (1965), a cura di C.W. Ceram (traduzione di Luciana Bonaca).
-Kiya-
00martedì 18 aprile 2006 17:45
La figura di Kircher riveste un certo fascino in ambiente egittologico, dove possiamo definirlo un pioniere della moderna egittologia, ambito nel quale almeno tre meriti gli vanno riconosciuti.
Fu infatti il primo studioso a comprendere che i geroglifici racchiudevao un significato preciso e quindi potevano essere tradotti. Ebbe l'intuizione del collegamento tra lingua copta e lingua egizia antica. E fu il primo a catalogare reperti egizi situati a Roma. Fu per così dire, il precursore del metodo scientifico che molto tempo dopo venne ufficialmente adottato.
A lui il merito di aver spianato la strada ai futuri egittologi. Lo stesso Champollion si avvalse infatti delle opere da lui scritte, ricche di riproduzioni riproposte fedelmente.
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